G.D.Cassini osservò la supernova che ha generato Cassiopea A?

G.D.Cassini osservò la supernova che ha generato Cassiopea A?

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Se guardando il cielo notturno, invece della luce visibile, i nostri sensi potessero percepire le onde radio ci accorgeremo di un punto insolitamente luminoso: Cassiopea A. Scoperta nel 1947 grazie allo studio della volta celeste nelle onde radio dagli astronomi di Cambridge, Cassiopea A (3C461) è uno dei più giovani resti di supernova conosciuti nella nostra galassia ed è la fonte radio più forte nel cielo al di là del nostro Sistema Solare. Oggi le dettagliate immagini dei telescopi spaziali ci offrono una straordinaria e magnifica visione di questo oggetto.

Un’immagine a falsi colori composta dei dati provenienti da tre fonti. In rosso i dai in infrarosso del telescopio spaziale Spitzer , in arancio i dati in luce visibile dal telescopio spaziale Hubble , ed in blu ed in verde i dati del Chandra X-ray Observatory . Il punto in ciano appena fuori centro è il residuo del nucleo della stella.

Manca la “pistola fumante”.

Quello che vediamo ora è solo il residuo di una stella che ha finito la sua vita nel corso del XVII secolo producendo una colossale esplosione: una supernova di tipo IIb. Stranamente non si trovano chiari resoconti dell’evento dagli astronomi dell’epoca e non si hanno quindi tracce osservative della supernova che ha generato l’oggetto che oggi osserviamo.

Una nuova ricerca approfondisce questo aspetto suggerendo che potrebbe essere stato Cassini, l’astronomo nato qui a Perinaldo nel 1625, ad osservare la stella progenitrice di questa nebulosa. Studiando la velocità di espansione del materiale espulso si può risalire al momento dell’esplosione che cadrebbe tra il 1660 ed il 1680, in quegli anni Gian Domenico Cassini ed i suoi collaboratori dall’osservatorio di Parigi stavano portando avanti un pionieristico lavoro sulle stelle variabili. Ed è proprio da un’osservazione di Cassini, datata 1671, che si apprende della scoperta nella costellazione di Cassiopea di una stella di 4° magnitudine,  la luminosità prevista dai modelli teorici per questo evento: stella che non era stata osservata prima e che non viene menzionata successivamente a quell’osservazione. Gli autori della ricerca, presentata in un articolo pubblicato su ArXiv, Roberto Soria, Riccardo Balestrieri, e Yasuyo Ohtsuka, sostengono che quella osservata dal Cassini potrebbe essere proprio la progenitrice di Cassiopea A. Ulteriori ricerche nei diari di osservazione, conservati presso l’Osservatorio di Parigi, permetterebbero di determinare con più precisione la data di scoperta e le coordinate dell’oggetto osservato da Cassini.

Grazie all’amico Riccardo Balestrieri, co-autore dell’articolo presentato su ArXiv, per averci informato di questa bella ed interessante ricerca.

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On Cas A, Cassini, Comets and King Charles

Roberto Soria, Riccardo Balestrieri, Yasuyo Ohtsuka
(Submitted on 9 Jan 2013)

We re-examine the long-standing problem of the date of the Cassiopeia A supernova (SN), in view of recent claims that it might be the 1630 “noon-star” seen at the birth of King Charles II. We do not support this identification, based on the expected brightness of a Type-IIb SN (too faint to be seen in daylight), the extrapolated motion of the ejecta (inconsistent with a date earlier than 1650), the lack of any scientific follow-up observations, the lack of any mention of it in Asian archives. The origin of the 1630 noon-star event (if real) remains a mystery; there was a bright comet in 1630 June but no evidence to determine whether or not it was visible in daylight. Instead, we present French reports about a 4th-magnitude star discovered by Cassini in Cassiopeia in or shortly before 1671, which was not seen before or since. The brightness is consistent with what we expect for the Cas A SN; the date is consistent with the extrapolated motion of the ejecta. We argue that this source could be the long-sought SN.

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