Se avete un telescopio o anche un semplice binocolo da oggi potrete cercare una piccola stella che brilla nei confini dell’Ercole, abbastanza anonima in realtà – non troppo luminosa, non troppo particolare alla vista e dal nome non particolarmente evocativo: HD 162826 – con la consapevolezza però di star forse guardando qualcosa di veramente straordinario.
Alla ricerca delle origini.
Le origini del nostro Sole risalgono ad oltre 4,5 miliardi di anni fa. In quell’epoca così remota qualcosa, forse l’esplosione di una vicina stella, perturbò una grande e fredda nube di gas che cominciò a contrarsi fino a quando nel suo centro le temperature divennero così alte da accendere una stella: era nato il Sole. Ma se non fosse stato figlio unico?
Oggi nel cielo contiamo migliaia di ammassi stellari aperti, grappoli di decine o centinaia di stelle nate anch’esse da grandi nubi di gas, grandi a sufficienza da produrre non una ma appunto interi gruppi di stelle. Questi ammassi, uniti da deboli legami gravitazionali, restano compatti solo per un “breve periodo”, decine o centinaia di milioni di anni, poi ogni stella procede per la sua strada.
Da tempo si ipotizza che anche noi in passato facessimo parte di un ammasso stellare composto da “fratelli” del nostro Sole, ovvero stelle formate dalla stessa nube di gas che ha formato il Sole.
Oggi una nuova ricerca ci suggerisce che proprio questa anonima stella dell’Ercole, HD 162826, potrebbe essere uno dei “fratelli” del Sole.
Situata a 110 anni luce di distanza da noi è circa il 15 % più massiccia del nostro Sole è stata selezionata da una lista di 30 candidati in base alla sua chimica e orbita. Per ora intorno a questa stella non sono stati individuati pianeti, ma interessanti ipotesi già sorgono all’orizzonte. Se il nostro Sole non era solo, e se anche attorno ad altre stelle vicine si stavano formando pianeti, la vita o gli elementi per la vita potrebbero essere “migrati” da un sistema all’altro? Ipotesi ancora tutte da dimostrare ma che ci portano a considerare un passato ben più complesso di quanto potevamo immaginare.
“Vogliamo sapere dove siamo nati”, ha dichiarato Ivan Ramirez, astronomo presso l’Università del Texas a Austin che ha guidato la ricerca. “Se riuscissimo a capire in quale parte della galassia il Sole si è formato, saremo in grado di comprendere meglio le condizioni nel sistema solare primordiale. Questo potrebbe aiutarci a capire perché siamo qui.”
Ci potrebbero essere anche altri “fratelli” del Sole ancora da scoprire, ma presto ci verrà in aiuto un nuovo potente strumento: il satellite Gaia dell’Agenzia Spaziale Europea.
Cercare e osservare HD 162826
Mentre aspettiamo che queste domande trovino una risposta possiamo già cercare questa piccola stella di magnitudine 6.50, comodamente rintracciabile con un piccolo binocolo e con l’aiuto di una mappa come quella qui sotto. (Scarica la versione da stampare con sfondo bianco) L’Ercole è comodamente visibile nel cielo serale da Maggio a Ottobre.
- Comunicato stampa originale:
http://www.utexas.edu/news/2014/05/08/sun-sibling-astronomy/